"STELLE SENZA UN CIELO - i bambini e la Shoah"

Anno scolastico 2021/2022

Nel laboratorio di approfondimento storico intitolato "Stelle senza un cielo" gli studenti stanno approfondendo il periodo della Shoah.

Il lavoro qui pubblicato espone l'idea che il fascismo aveva del concetto di razza. Gli studenti hanno analizzato le copertine della rivista "La difesa della razza". Quest'ultima fu un quindicinale italiano diretto fin dal primo numero (5 agosto1938) da Telesio Interlandi e venne stampato, con cadenza regolare, fino al 1943 (l'ultimo numero, 117°, risulta uscito il 20 giugno 1943). Esso fu il principale strumento antisemita del regime fascista, destinato a promuovere le leggi razziali fasciste.

Link del video:

https://view.genial.ly/6195331906c4c30df3c8b751    

In occasione del Giorno della Memoria, la biblioteca di Merano ha selezionato alcuni libri a tema Shoah da presentare agli studenti. E' stata pertanto allestita, al pian terreno della scuola, una esposizione dei volumi che gli studenti possono visionare e valutare.

Anno scolastico 2023/2024

Mostra STELLE SENZA UN CIELO - I BAMBINI E LA SHOAH dal 26 gennaio al 31 gennaio 2024

Ricordare - nella pluralità di prospettive e nella perdita di testimonianze dirette con cui siamo costretti a fare i conti - diventa sempre più una responsabilità di cui la scuola si fa custode. E diviene ancor più una sfida quando si voglia declinare la Storia per avvicinarla alle nuove generazioni senza piegarla, senza distorcerla, farla dialogare con le loro sensibilità e le loro visioni. 

 

È quanto hanno sperimentato gli alunni delle classi 3B e 3D della scuola secondaria di primo grado “G. Segantini”, dell’I.C. Merano I, in occasione della Giornata della Memoria. Nell’ambito di una progettualità collaudata dall’istituto nel tempo e rivolta al ricordo della Shoah, gli alunni si sono confrontati in modo attivo e personale con le testimonianze esposte nella mostra “Stelle senza un cielo”. I pannelli esplicativi che raccolgono, attraverso diari, fotografie di oggetti e documenti, le storie dei bambini travolti dalle persecuzioni, sono frutto del prezioso lavoro storiografico del Museo e Centro di Ricerca Yad Vashem di Gerusalemme.  

La sfida accolta quest’anno dalle insegnanti coordinatrici, le professoresse Enzina Cutrone e Romina Casagrande, è stata quella di avvicinare gli alunni a contenuti che esprimono resilienza, fiducia, ma passano attraverso il trauma e la perdita. La scelta è ricaduta su attività che responsabilizzassero gli studenti per renderli fulcro e motore non soltanto del progetto, ma di una modalità di riappropriazione della Storia che inizia dalle tante piccole storie comuni che ne infondono il tratto saliente. Anche quando questo richieda un cambio di prospettiva, invertendo il percorso e decidendo di cominciare da noi, perché non c’è conoscenza senza un reale coinvolgimento emotivo e una piena consapevolezza. Partendo perciò dall’oggi, dalla quotidianità, dal gruppo classe come specchio di una società presente, i ragazzi sono andati alla ricerca dei loro stessi passati, intervistando nonni e parenti, aprendo album fotografici e cassetti dei ricordi. 

Il tema del viaggio, che è emerso preponderante, quello della casa perduta, lasciata, ritrovata, di identità miste, fluide, in divenire, del gioco come salvezza, dell’istruzione come costruzione del sé e sguardo libero sul mondo, sono i nuclei tematici e di senso evidenziati dalle storie ricostruite dagli alunni. Attraverso le narrazioni dei propri vissuti familiari e gli approfondimenti storici, gli studenti hanno riportato valore ai bisogni fondamentali che ci accomunano e che guidano l’allestimento suddiviso per aree tematiche: famiglia, gioco, identità, amicizia, scuola. Tutto il materiale da loro prodotto è stato esposto in uno spazio multimediale che precede e introduce la mostra. Grazie alla progettazione e alla cura degli ambienti espositivi ad opera della professoressa Cinzia Ruggiero, gli alunni hanno infatti creato un percorso in cui presente e passato si confrontano e dialogano. 

In un cortocircuito a cavallo tra Memoria e Storia, esperienza personale e vissuto collettivo, l’esposizione si snoda non soltanto nelle pieghe di uno dei fatti più cupi del nostro Passato, ma mira alla costruzione e alla condivisione di un messaggio di speranza che veda nella diversità una ricchezza, nell’integrazione una risorsa, tanto più arduo ma necessario dati gli scenari contemporanei. 

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